>title> icone???? Umberto Eco

Così amichevole da diventare nemico. Appunti sulle icone dei computer


PICTURA EST LAICORUM LITERATURA, DICEVANO i medievali: ossia, con gli analfabeti (allora la stragrande maggioranza) si può comunicare solo attraverso immagini. Poi viene l'invenzione della stampa, e le cose cambiano, ma non certo per gli analfabeti. A un certo punto si è pensato che la Galassia Gutenberg fosse finita, e iniziasse una nuova era dell'immagine. Tutti analfabeti televisionari. Infine è venuto il computer e ha di nuovo capovolto la faccenda: per usare il computer bisogna saper leggere, e in fretta.

La comunicazione per immagini rimane spesso indispensabile: negli aeroporti dove circolano persone di lingue diverse, è utile segnalare i gabinetti con omini e donnine, i ristoranti con coltello e forchetta incrociati. Si tratta di simboli (o icone) noti a tutti. Ma se in un aeroporto si rappresentassero Alitalia, Air France, Lufthansa, e meglio ancora Parigi, Alghero o Pisa con icone invece che con parole? Pazienza con Pisa, che ci metti la torre ma che fai con Decimomannu? Nella confusione si finirebbe a Città del Capo volendo andare a Palermo.

Qualcosa del genere accade ora coi computer. Si vuole che siano "friendly" e cioè amichevoli; amichevole significa a prova di cretino, e si è deciso che il cretino sa riconoscere le icone e non le parole. L'idea è sbagliata: per cretino che sia, qualcuno che usa un computer (non dico per fare un videogioco, ma per scrivere, tenere i conti, fare elenchi puntati e numerati, disegnare tabelle, spedire posta, mettersi in linea con una associazione di pedofili) sa leggere.

Ora a questo cretino si chiede di memorizzare un numero insostenibile di icone, alcune delle quali per nulla intuitive. Sto scrivendo con il mio Winword 6, e ormai ricordo le icone che significano chiudi, apri, salva o stampa. Ma per esempio ce n'è una che rappresenta un quadratino con una riga di puntini in mezzo. Non è intuitivo che voglia dire "dividi finestra", anche perché è molto simile a quella che significa "inserisci tabella" e pericolosamente simile a quella che significa "bordi". Siccome io divido molte finestre, quando voglio farlo ho una soluzione (questa sì) veramente a prova di cretino. In alto c'è scritto "finestra", io clicco su quella parola e scende una tendina che mi dice che posso, nell'ordine, creare finestre, affiancarle, dividerle. E senza avere memorizzato una raccolta amichevole dell'altro.

Vado su ltaly on Line e trovo in alto un cuoricino. E' per aprire una "chat line" erotica? No, significa "elenco servizi" (avete capito l'idea ingegnosa: trovo l'elenco dei servizi che preferisco, e che quindi mi stanno a cuore). Ma se io sono uno che vuole approfittare dei servizi di Italy on Line non sono un troglodita, e quindi sono in grado di leggere in alto la parola "servizi" e trovo quel che mi serve. Elementare. Non parliamo poi dei cestini: all'inizio era parsa una idea straordinaria permettere a tutti di capire con un colpo d'occhio come si fa a buttare via un "file". Ma ora ogni programma ha il suo cestino, salvo che l'idea visiva di cestino cambia da grafico a grafico: visto che non si può spudoratamente copiare il cestino in vimini dei precursori, il cestino sembra talora un cassonetto in metallo, talora un barattolo di miele. In certi posti trovi una porta aperta che ti fa indovinare che di lì si esce: ma da che cosa? Dal ''file'', dal programma?

Nei vari Cd-rom interattivi, ipertestuali e multimediali appaiono piedoni manine, globi, fogli sfogliati, lenti. d'ingrandimento, cappelli da Sherlock Holmes, frecce colorate che si mordono la coda, di tutto. Ogni Cd-rom ha le sue icone (e per i grafici è uno sballo). Cara grazia se il programma mi fornisce anche una indicazione verbale che dice vai indietro di una pagina, o ritrova il percorso che hai fatto. Obiezione: lo stesso programma potrebbe essere usato in paesi diversi e non tutti sanno l'inglese. Risposta (a parte che ormai i programmi si trovano nella propria lingua): per capire il senso delle icone devi leggere un manuale di duecento pagine, che anche se è scritto nella tua lingua è incomprensibile. Meglio allora allegare un vocabolario inglese-italiano di quattro paginette.

Ripeto, poche icone per le operazioni principali sono utili, troppe fanno fumigare le meningi e creano analfabetismo di ritorno. Ma via via che si va avanti le icone aumentano, è come il finto legno sul cruscotto delle utilitarie: pare che più il legno sembra finto meglio si vende. Alla fine avremo programmi amichevolissimi, fatti tutti di geroglifici, dove anche quello che scrivo apparirà sullo schermo in forma di Anubi, di civetta, di bocca con una riga seghettata sopra: e invocheremo Champollion

L'Espresso 16 FEBBRAIO 1996


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